mercoledì 3 ottobre 2012

La straordinaria riapertura di Santa Maria Antiqua

I monaci disobbedienti del foro romano, un terremoto e la fortuna della storia dell'arte

Visite guidate fino al 4 novembre

Roma ci regala sempre belle sorprese e questa è certamente una di quelle che lasciano il segno, da non perdere se capitate a Roma da oggi fino al 4 novembre.
Leggete i nostri consigli per una visita indimenticabile...

Dopo trent'anni di chiusura e unidici di restauro, ripare al pubblico la chiesa di Santa Maria Antiqua, all'interno dell'area archeologica del foro Romano, alle pendici nord-occidentali del Palatino.
Si tratta di uno dei luoghi di culto cristiani più importanti per la storia dell'arte del Medioevo: con i suoi 250 mq di dipinti e un palinsesto di ben 7 strati, è l'unica testimonianza rimasta della pittura altomedievale e bizantina tra VI e VIII secolo, sfuggita alla furia iconoclasta.
La chiesa fu realizzata nel corso del VI secolo riutilizzando le strutture laterizie di un vasto complesso architettonico del periodo dell’imperatore Domiziano (81-96 d. C.). E' la più antica chiesa del foro romano, costituita da tre navate e un presbiterio, a cui solo in un secondo momento fu aggiunta l'abside ricavata nello spessore del muro romano. I monaci che ne amministravano il culto, ignorando i divieti dell'imperatore di Bisanzio, protetti dalla lontananza e dall'inveterata abitudine romana all'uso delle immagini a fini didattici durante la catechesi, continuarono a dipingere nel loro luogo di culto scene della Bibbia, della Vergine e dei santi, in un periodo di tempo durato ben tre secoli, cancellando e ridipingendo volti e storie, realizzando uno straordinario palinsesto. L'unico palinsesto che è sfuggito alla distruzione della totalità del patrimonio pittorico coevo esistente nell’Impero Bizantino, durante l’iconoclastia dell’VIII secolo.
Come spesso avvenne nella storia, la disgrazia degli antichi ha fatto la fortuna dei moderni: infatti, la chiesa rimase nascosta e quindi sigillata sotto i crolli del terremoto dell’847 d.C. per più di 1000 anni.
Solo nel 1900 l'archeologo Giacomo Boni la portò alla luce, fece costruire la copertura tuttora esistente e la svelò al mondo. Fu uno shoc, molte pagine della storia dell'arte dovettero essere riscritte, si capì che Giotto non era nato dal nulla...


Cappella di Teodoto o dei Santi Quilico e Giulitta
Dipinti del pontificato di Zaccaria (741-752)
Per noi l'importanza di queste immagini, realizzate con il semplice intento di spiegare ai fedeli analfabeti le principali nozioni del catechismo, è nella novità della rappresentazione delle figure di tre quarti, che rompe con l'arte bizantina coeva e anticipa Giotto.
A santa Maria Antiqua inizia un nuovo ciclo dell'arte, che supera la ieraticità bizantina e i suoi volti immobili. Un tesoro che ora è aperto al pubblico fino al 4 novembre, in attesa della fine dei restauri e della riapertura definitiva prevista per il 2013.


Cappella di Teodoto o dei Santi Quirico e Giulitta
Particolare della Crocifissione


Navata centrale
Dipinti del pontificato di Martino I (642-649)
Solomone con i figli dei Maccabei ed Eleazar

Presbiterio, pareter absidale
Dipinti del pontificato di Giovanni VII (705-707)
Arco trionfale con l'adorazione della croce
CONSIGLI PER LA VISITA: se siete interssati prenotate con largo anticipo al numero 06.39967700, l'ingresso è dall'entrata del Foro Romano (largo Romolo e Remo) che potrete visitare con calma dopo la visita guidata alla chiesa.

Info sul sito della Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma